CENNI STORICI

Il primo nucleo abitativo, denominato Rivo Salso, era ubicato sull'omonimo rio dalle acque salmastre e, tra il 400 e il 500, dipendeva dalla Pieve di Santa Maria di Tossignano.

Nel 900 diventa parrocchia autonoma e si sviluppa attorno alla chiesadi Santa Maria Nascente di Rivo Salso.

Attorno all'anno 1000, viene fatto erigere un castello, Castrum Casale, a ponente della chiesa, in zona sopraelevata e ben difendibile, che verso il 1100 si erge a libero comune.


Dopo tale data il castello di Casalfiumanese fu più volte confermato con bolla papale alla Chiesa imolese, ma subì le vicende legate alle lotte tra Imolesi e Bolognesi. Quando il Papato riprese definitivamente il controllo del contado di lmola, Casalfiunlanese rimase sotto Bologna e, in quegli anni, il suo territorio si estese fino alle zone di Fiagnano, Sassoleone, Codronco, Pezzolo, Carseggio e San Martino in Pedriolo, per creare una vasta zona di difesa tra le Valli del Santerno, Sillaro e Sellustra. Nel 1400 Casalfiumanese fu feudo del Bentivoglio e ogni sua ripartizione era amministrata da un massaro. Nel 1501 il castello fu preso da Cesare Borgia e poi passò definitivamente alla Santa Sede. Dal 1548 divenne signoria del conte Augusto Hercolani. Nel 1630 la sede parrocchiale viene trasferita all'interno del castello. In seguito all'invasione napoleonica è soppressa la podesteria e Casalfiumanese si trova a capo di un nuovo comune esteso fino a San Martino in Pedriolo, Montecatone e Linaro. Dopo la Restaurazione, il papa Pio VII istituì il Comune di Casalfiumanese che con l'Unità d'Italia fu compreso nella Provincia di Bologna. Nel periodo della lotta partigiana, durante il secondo conflitto mondiale, Casalfiumanese diede un contributo notevole alla guerra di liberazione del paese. Il fronte restò parecchio tempo a Montemaggiore, Croara, Monte Spaduro, e proprio in seguito ai numerosi bombardamenti vennero distrutti buona parte dei vecchi edifici storici.

Malgrado questo, ancora oggi l'abitato mostra intatte le caratteristiche e le sembianze del vecchio castello medievale.

TERRA CROCEVIA DI POPOLI

Il territorio della Valle del Santerno è stato fittamente popolato fin dai tempi più remoti. La Vallata ha rappresentato senz'altro una delle direttrici preferenziali di collegamento tra la valle padana e la conca del Mugello, grazie anche alla presenza di uno dei valichi appenninici più bassi: il Giogo di Scarperia. Le indagini e le ricerche effettuate in passato e negli anni recenti hanno portato a riconoscere la presenza dell' uomo già durante l'età del bronzo nelle colline basse nei pressi di Casalfiumanese, Fabbrica e nell'alta collina fra Fontanelice e Monte Battaglia.
Sono stati trovati interessanti frammenti in ceramica e oggetti in bronzo, databili tra il XIV secolo e il X secolo a.C. Per quanto riguarda il periodo medievale, i ritrovamenti sul terreno attestano la presenza dei Bizzantini e dei Longobardi. Tutta una serie di toponimi nella zona di Fontanelice fanno supporre un saldo insediamento Bizzantino: Prato, Filetto, Macerato, Monte Morosino e ancora Serraglio a Borgo Tossignano. Ma sono le Rocche e i Castelli i simboli del Medioevo, un periodo storico relativamente lungo, contraddistinto da lotte furiose per il possesso dei territori da parte di feudatari e di eserciti dei vari Stati in lotta.
I Castelli, villaggi fortificati entro cui vivevano soldati e popolazione, sorgevano di norma sulle alture o in posizioni elevate, maggiormente difendibili, e nei pressi delle vie di comunicazione. Numerosissimi furono i Castelli e le Fortificazioni sul territorio della Comunità Montana: 37 quelli documentati. Tanti sono scomparsi e sui ruderi di molti sono state costruite chiese o case. Soltanto di alcuni è tutt'ora possibile vedere i resti.
Nel territorio di Casalfiumanese i Castelli erano quelli di Fiumanese, che corrisponde all'odierno centro storico del paese. Quello di Codronco, appartenente alla Chiesa imolese, che divenne covo dei Ghibellini bolognesi fuoriusciti, fu demolito e riedificato, passò agli Alidosi e poi alla Santa Sede.
Il Castello di Fiagnano, tra i torrenti Sillaro e Sellustra, dipendeva dalla Chiesa imolese quando fu preso dai bolognesi, fu poi della Santa Sede e dei Visconti. Quello di Pieve S. Andrea, nel 1184 era soggetto alla Chiesa imolese, passò ai bolognesi; fu degli Alidosi e poi della Santa Sede. Quello di Sassoleone fu soggetto alla Chiesa imolese nel 1127, poi ai bolognesi, ai fiorentini e alla Santa Sede. Il Castello di Corvaria Croara fece parte dei Castelli in possesso della Chiesa imolese che si sottomisero ai bolognesi per ritornare poi alla Santa Sede. Infine quello a Sassatello, località che fu anche comune autonomo.

L'ARCHITETTURA LOCALE

Nei fondovalle (Santerno, Sellustra e Sillaro) e nelle prime colline, soprattutto nel territorio di Casalfiumanese, troviamo un tipo di casa di forma rettangolare, su due piani, costruita in cotto e ciottoli di fiume, con la facciata molto allungata. Il tetto è unico, generalmente a due acque, con inclinazione leggera. Al piano terra è situata la grande cucina contadina con il focolare, unico sistema di riscaldamento per tutta la casa e unica attrezzatura per cucinare.
Una scala porta al piano superiore, dove si trovano le stanze da letto e il granaio per conservare le provviste alimentari. A fianco della cucina c'è la stalla dei bovini con sopra il fienile, dotato di grandi finestroni per l'aerazione del foraggio. Oltre a capanni per attrezzi e materiali, attorno alla casa troviamo il porcile, il pollaio e le stalle minori, il forno per la cottura del pane e il pozzo per l'acqua.
Su tutta l'area dei Calanchi e della Vena del gesso, quindi, ancora nel territorio di Casalfiumanese e in quello di Borgo Tossignano, c'era un tipo di casa chiamato "peninsulare" o "italico" in quanto si ritiene fosse la forma più antica di dimora rurale, originaria proprio delle regioni appenniniche.

I materiali da costruzione sono il cotto e il sasso, o il gesso in blocchi legati da una malta di sabbia, calce o gesso. L'abitazione e le stalle si trovano raccolte in un unico corpo con pianta rettangolare e cubatura ridotta, dato il poco spazio a disposizione sulle strette creste argillose o rocciose. Un elemento che contraddistingue questa tipologia di casa è la scala esterna, che porta al primo piano, dove si trovano la cucina, le stanze da letto e i granai.

Al piano terra vi sono le stalle per i bovini, gli equini, gli ovini e gli animali da cortile. Il forno si trova spesso in cima alla scala, a fianco dell'uscio della cucina. L'aia era in genere molto piccola e il foraggio si conservava all'aperto. Il pozzo e l'abbeveratoio per le bestie possono trovarsi anche lontano da casa, poiché si prendeva acqua da una falda.

PERSONAGGI STORICI

ONORIO II
Arturo Scannabecchi, divenuto papa con il nome Onorio II dal 1126 al 1130, nel suo breve pontificato, contribuì alla lotta per le investiture cominciata con Gregorìo VII. Egli nacque da famiglia umile alla "Castagnola", un podere a leva del Castello di Fiagnano. Onorio II lanciò una scomunica contro Corrado di Hohenstaufen, che era sceso in Italia col suo esercito. Molte città, quindi, si ribellarono e Corrado dovette ritornare in Germania. Il nome di Onorio II è legato a un atto del 1126 che fu di fondamentale importanza nella storia di tutta la zona imolese per le concessioni di Castelli e Rocche alla chiesa imolese.

LUCA GHINI
Nacque nelle colline di Croara verso la fine del XV secolo e morì a Pisa nel 1556. Medico e botanico, fu uno dei primi Lettori dei Semplici allo Studio di Bologna e maestro di Aldrovandi, Maranta, Anguillara e altri scienziati. Fu profondo conoscitore delle piante e forse fu il primo a scrivere trattati con scopi veramente scientifici, che poi rimasero inediti.
Luca Ghini fondò il primo Orto Botanico del mondo, a Pisa nel 1543. L'impatto sulla comunità scientifica dell'epoca fu tale, che ben presto, altri Orti vennero costituiti presso le più prestigiose sedi universitarie d'Italia e d'Europa, quali Firenze, Padova, Leiden, Montpellier e Bologna. L'eccezionale lungimiranza del Ghini, inoltre, è testimoniata dagli oltre 1.700 Orti Botanici in funzione oggi nel mondo, una cifra peraltro in continuo aumento.